Pec, 6 miliardi di risparmi e minori emissioni CO2

La posta elettronica certificata ha prodotto 3,5 miliardi di euro in termini di benefici economici e ambientali dal 2008 al 2022.
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Benefici economici per 3,5 miliardi di euro tra 2008 e 2022

La posta elettronica certificata (pec) fa bene all’ambiente e all’economia. L’adozione della Posta Elettronica Certificata (PEC) in Italia ha portato a un risparmio complessivo di 6 miliardi di euro. Tra il 2008 e il 2022, questo strumento ha apportato benefici economici per 3,5 miliardi di euro, ai quali si prevede si sommeranno altri 2,5 miliardi di euro dal 2023 al 2026. Questi dati provengono da uno studio condotto dalla società di ricerca IdcBenefici e opportunità della Pec: pilastro dei servizi digitali fiduciari del futuro“, in collaborazione con Aruba, InfoCert-Tinexta Group e Tim Enterprise tramite Trust Technologies, attraverso Trust Technologies.

Antonio Morabito, a capo dello sviluppo imprenditoriale e marketing di Tim, riflette sui risultati dello studio, sottolineando come la PEC sia diventata di importanza strategica per l’evoluzione dei servizi digitali sia in Italia che a livello europeo. Questo avviene attraverso l’applicazione di standard uniformi nella comunicazione e nell’uso delle tecnologie, promuovendo l’inclusione e la sostenibilità. L’impegno verso la promozione di tecnologie per l’identità e la validazione digitale è evidente, e si intende contribuire alla transizione digitale di individui e aziende. L’Italia si posiziona come leader in questo ambito, un primato che verrà ulteriormente consolidato con l’introduzione del nuovo regolamento europeo eIDAS 2, che integrerà nei sistemi normativi dell’UE i servizi fiduciari già ben affermati in Italia.

Dal 2023 al 2026 benefici economici per ulteriori 2,5 miliardi

In base ai dati ufficiali di Agid, nel 2022 in Italia erano circa 15 milioni le caselle attive, con un volume di messaggi annuali che ha superato i 2,5 miliardi. Le stime indicano che, entro il periodo compreso tra il 2023 e il 2026, si genereranno benefici economici aggiuntivi di 2,5 miliardi di euro. Nel 2026 la pec produrrà 650 milioni di euro di benefici economici, quando le caselle di posta elettronica certificata attive saranno più o meno 20 milioni e il flusso di messaggi toccherà quota 3,5 miliardi.

Benefici ambientali e sulla digitalizzazione

Oltre ai vantaggi economici, la Posta Elettronica Certificata (PEC) apporta notevoli benefici ambientali e contribuisce al processo di digitalizzazione. Si stima che entro il 2026, l’adozione della PEC comporterà una riduzione significativa degli spostamenti non necessari verso uffici postali e aziendali, eliminando circa 349 milioni di chilometri di viaggi inutili. Questo comporterà una diminuzione delle emissioni di CO2 di 107.000 tonnellate. 

Inoltre, ci saranno 1,7 milioni di metri quadrati di spazio di archiviazione in meno, meno utilizzo di carta e, di conseguenza, 70.000 alberi salvi.

Gabriele Sposato, direttore marketing di Aruba, sottolinea come “l’utilizzo della Pec rappresenta un tratto distintivo dell’evoluzione digitale del nostro Paese, pioniere nell’ambito dei servizi fiduciari, e le evidenze emerse da una nostra recente indagine interna sottolineano questa tendenza in modo inequivocabile circa il 90% degli utenti riconosce l’utilità imprescindibile della Pec e la sua estrema facilità di utilizzo. Si tratta di dati che confermano il consenso generalizzato sulla rilevanza e la prospettiva di ulteriore diffusione di questo strumento sia a livello italiano che europeo”.

Pasquale Chiaro, Head of Marketing di InfoCert Tinexta Group, aggiunge che “lo sviluppo e la diffusione della Pec, così come lo studio di Idc mette in evidenza attraverso dati documentati anche in chiave prospettica, si inserisce nel più ampio progetto di transizione digitale che sta cambiando la nostra società in tutti gli ambiti. Siamo in presenza di un processo che va al di là della mera sostituzione dei vecchi servizi analogici, dal momento che la digitalizzazione ha impattato sulla vita dell’individuo in modo significativo e pervasivo, dando luogo a risvolti concreti inaspettati. Nuovi strumenti, come SPID o firma digitale, sono stati generati dall’impegno condiviso dei grandi player del settore, che hanno intuito come la via della cooperazione risulta essere quella più foriera di risultati.”

Erica Spinoni, Senior Research Analyst presso Idc, evidenzia che la PEC si sta consolidando come pilastro dei servizi digitali fiduciari in Italia e si avvia a evolvere nel quadro di nuovi framework e casi d’uso, anche per l’intera Europa, abbracciando molteplici sfere della vita economica e sociale. “I benefici derivanti dalla Pec vanno ben oltre la semplificazione delle procedure e delle pratiche amministrative, includendo tematiche di carattere economico e di sostenibilità rilevanti per il futuro” osserva Spinoni.

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