Certificato di residenza: cos’è e validità
Il certificato di residenza è un documento anagrafico che attesta dove il cittadino vive stabilmente, e cioè dove ha fissato la propria dimora abituale.
Il certificato contiene le informazioni anagrafiche relative a nome, cognome, data e comune di nascita, comune e indirizzo di residenza dei soggetti sui quali si effettuano le ricerche.
La richiesta del certificato di residenza può essere avanzata dalla Pubblica Amministrazione o da un privato per molte ragioni: partecipare a un bando o concorso, stipulare un mutuo in banca, effettuare una compravendita immobiliare, iscrivere proprio figlio a scuola.
Dal momento del rilascio, il certificato di residenza ha una validità di sei mesi, trascorsi i quali il certificato non è più considerato valido.
Certificato storico di residenza
Il certificato storico di residenza attesta l’indirizzo di residenza di un soggetto in un preciso momento nel passato, all’interno di uno specifico Comune.
Al contrario del certificato di residenza ordinario che permette di valutare solo la residenza attuale di un soggetto, ma senza dare nessuna specifica sulle residenze passate, lo storico consente di verificare eventuali cambi di abitazione effettuati nello stesso comune.
Le modalità per richiedere il certificato storico sono le stesse previste per certificato ordinario, e in caso fosse necessario richiedere il servizio per più di un Comune, serviranno richieste distinte di più certificati anagrafici.
È possibile la richiesta del certificato storico di residenza anche di persone decedute o emigrate in altro Stato.
Certificato di residenza: come richiederlo?
Esistono diverse modalità per ottenere un certificato di residenza e in alcune circostanze, espressamente previste dalla legge, è possibile sostituire il certificato con una semplice dichiarazione sostitutiva.
Gli enti statali che necessitano di queste informazioni sono obbligati ad accettare le dichiarazioni redatte e firmate dal cittadino stesso, senza necessità di presentare il certificato vero e proprio.
Tuttavia, in tutti gli altri casi serve procurarsi il certificato di residenza.
Generalmente è necessario applicare l’imposta di bollo di 16,00 euro. Tuttavia, i certificati anagrafici possono essere rilasciati in esenzione dall’imposta di bollo (comunemente chiamati in “carta semplice”) per gli usi espressamente previsti dalla legge, tra cui:
- Processuale – notifica atti giudiziari
- ONLUS
- Societa’ sportive
- Interdizione, inabilitazione, amministrazione di sostegno
- Pensione estera
- Separazione, divorzio
- Curatore fallimentare
- Adozione, affidamento, tutela minori
La richiesta di certificato di residenza può essere inoltrata sia dall’interessato sia per conto di altre persone (a patto, però, che se ne conoscano i dati anagrafici) e viene gestita dal Comune, con tempi e modalità di trasmissione differenti da Anagrafe ad Anagrafe.
Anche se gli enti pubblici si stanno adeguando a rilasciare in modo telematico alcuni certificati, non tutti sono efficienti allo stesso modo.
A volte potrebbe essere necessario recarsi personalmente allo sportello di un ufficio municipale, con i tempi e i limiti che questo comporta.
Un’altra soluzione è ottenere il certificato di residenza online affidandosi ai servizi di Pratiche.it: un incaricato si recherà presso gli uffici Comunali, con i documenti utili per la richiesta, permettendo di ricevere il certificato di residenza comodamente sul proprio computer o smartphone, evitando così le lunghe code agli sportelli e, inviando il documento anche per Posta Prioritaria, al domicilio preferito.