Rendite del catasto più alte per chi ha usato il Superbonus

L’ipotesi del Mef è di una revisione delle rendite catastali per gli immobili ristrutturati in tutto o in parte con fondi pubblici. 
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Il tema dei rincari catastali per chi ha usufruito del Superbonus è tornato al centro del dibattito politico italiano. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente richiamato l’attenzione su questo argomento durante la presentazione del Piano strutturale di bilancio (PSB), suscitando un intenso dibattito. La misura è volta a rivedere le rendite catastali per chi ha riqualificato la propria casa con l’aiuto dei bonus edilizi, primo fra tutti il Superbonus.

La revisione delle rendite catastali: un’azione necessaria

Uno degli aspetti chiave della riforma proposta riguarda la revisione delle rendite catastali per gli immobili che hanno subito migliorie grazie ai bonus edilizi, come il Superbonus 110%. In pratica, chi ha riqualificato la propria abitazione sfruttando questi fondi pubblici sarà obbligato ad aggiornare i dati catastali del proprio immobile. Questo aggiornamento potrebbe comportare un aumento delle rendite catastali, il che si tradurrebbe in un maggiore onere fiscale per i proprietari, poiché la rendita catastale è la base imponibile per il calcolo di imposte come l’IMU.

La legge di bilancio del 2023 già prevedeva l’obbligo per i proprietari di aggiornare i dati catastali in seguito a lavori di ristrutturazione, ma dai primi controlli è emerso che molti non hanno ancora adempiuto a questo dovere. Questo ha spinto il governo a intensificare i controlli per verificare che i beneficiari dei bonus edilizi abbiano rispettato l’obbligo di aggiornamento.

La questione del catasto è particolarmente delicata in Italia, dove qualsiasi tentativo di revisione dei valori catastali è sempre stato accolto con resistenze politiche, soprattutto da parte del centrodestra, storicamente legato alla difesa della proprietà immobiliare.

Cosa s’intende per Rendita Catastale?

La rendita catastale è un valore fornito direttamente dal catasto che dà un valore fiscale a tutti gli immobili registrati all’Agenzia del Territorio e in grado di produrre o generare reddito.

La rendita catastale è un importo che funge da base imponibile per determinare:

  • Il reddito di un immobile ai fini dell’imposizione diretta e dell’IMU
  • Il valore catastale ai fini dell’imposta sulle successioni, donazioni e compravendite, in altre parole delle imposte ipotecaria e catastale.

La rendita catastale è definita partendo da due parametri:

  • consistenza dell’unità immobiliare (espressa in vani catastali, che non equivalgono al numero di locali dell’immobile)
  • tariffa d’estimo, elaborata dall’Agenzia del Territorio, essa viene calcolata in base al comune ed alla zona censuaria in cui è ubicato il bene immobile, alla tipologia dell’immobile e alla sua destinazione d’uso. 

La rendita catastale viene dichiarata dal tecnico che ha provveduto a registrare l’accatastamento e va dichiarata entro 30 giorni dalla fine dei lavori. 

Catasto e miglioramenti energetici: nuovi parametri in arrivo?

Un altro aspetto rilevante riguarda il collegamento tra i miglioramenti energetici ottenuti grazie al Superbonus e l’aggiornamento dei dati catastali. Il Piano strutturale di bilancio prevede infatti la creazione di un archivio integrato tra il catasto e il sistema informativo sugli attestati di certificazione energetica, che renderebbe pubblici e accessibili i dati relativi agli interventi di efficientamento energetico. Questo sistema potrebbe avere ripercussioni sulle rendite catastali anche in base ai miglioramenti energetici realizzati, aggiungendo un nuovo parametro di valutazione che fino a questo momento non era stato preso in considerazione in modo sistematico.

La questione delle case fantasma

Un ulteriore obiettivo dell’intervento governativo è quello di contrastare il fenomeno delle cosiddette “case fantasma”, ossia quegli immobili non registrati correttamente al catasto e che sfuggono dunque al controllo fiscale. Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di regolarizzare la situazione degli immobili, garantendo una maggiore equità nel sistema impositivo e, allo stesso tempo, assicurando nuove entrate fiscali per i Comuni.

Giorgetti ha ribadito che non ci sarà un aumento generalizzato delle tasse e che la revisione delle rendite catastali sarà limitata a coloro che hanno beneficiato di ristrutturazioni edilizie a spese dello Stato, evitando di colpire la generalità dei proprietari di immobili. Ha inoltre chiarito che l’obiettivo principale dell’aggiornamento catastale è quello di rendere il sistema più equo, allineando le rendite ai reali valori degli immobili che hanno subito interventi di riqualificazione.

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