Addio alle cartelle esattoriali

Con l'introduzione del Decreto Legislativo n. 110 del 29 luglio 2024, che fa seguito alla Legge n. 184/24, l'era delle cartelle esattoriali, temuta da molti contribuenti, sembra volgere al termine, portando con sé novità nelle modalità di recupero dei crediti per imposte, tasse, multe stradali e il bollo auto non pagato.
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Con l’introduzione del Decreto Legislativo n. 110 del 29 luglio 2024, che fa seguito alla Legge n. 184/24, l’era delle cartelle esattoriali, temuta da molti contribuenti, sembra volgere al termine, portando con sé novità nelle modalità di recupero dei crediti per imposte, tasse, multe stradali e il bollo auto non pagato.

Fine delle cartelle esattoriali?

Le cartelle esattoriali, uno strumento di esecuzione forzata attraverso cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e altri enti impositori recuperavano i debiti dei contribuenti, non saranno più centrali nel sistema di riscossione. Con la riforma si è voluto assegnare agli atti dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps un valore immediatamente esecutivo, sostituendo così la cartella di pagamento, eliminando così la necessità della cartella esattoriale per avviare procedure di pignoramento o fermo amministrativo.

Come cambia la riscossione dei debiti

Il cuore della riforma è l’articolo 14 del Dlgs n. 110/24, che modifica il processo di riscossione. In passato, la cartella esattoriale rappresentava lo strumento principale per notificare al contribuente il debito e dare avvio alle azioni di recupero. Con la riforma, la cartella diventa superflua per la maggior parte dei tributi. D’ora in poi, un semplice avviso di accertamento da parte degli enti impositori sarà sufficiente per rendere il debito esecutivo e per permettere, se necessario, l’avvio delle procedure di esecuzione forzata come il pignoramento di beni mobili e immobili.

Questo passaggio non avviene automaticamente e senza preavviso. Dopo l’avviso di accertamento, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invierà una comunicazione di presa in carico del ruolo, informando il contribuente che la gestione del debito è stata trasferita a un agente di riscossione. Questo avviso garantirà al contribuente la possibilità di avviare eventuali procedure di ricorso o riesame, come previsto dalla legge.

Il ruolo delle “lettere di presa in carico”

Un altro aspetto innovativo della riforma riguarda la sostituzione della cartella esattoriale con la cosiddetta “lettera di presa in carico”. Formalmente, questa modifica non cambia molto, ma sul piano pratico segna una transizione verso un sistema di riscossione più snello. La lettera, infatti, sarà l’atto con cui il contribuente verrà informato del passaggio del suo debito a un agente di riscossione. Questa comunicazione sarà accompagnata dalle stesse informazioni prima contenute nelle cartelle esattoriali, come la descrizione delle somme dovute, le modalità di pagamento e i termini per presentare ricorsi.

La questione dei pignoramenti

Contrariamente a quanto si potrebbe temere, il nuovo sistema non implica che il contribuente vedrà immediatamente pignorati i propri beni al primo segnale di mancato pagamento. Le procedure esecutive, come il pignoramento, richiederanno comunque l’invio della comunicazione di presa in carico e garantiranno al contribuente il diritto di difendersi tramite le procedure legali previste.

Rateizzazione e nuove disposizioni

A partire dal 2025, il nuovo sistema di riscossione prevede anche novità in merito alla rateizzazione dei debiti. Il Dlgs n. 110/24 introduce un meccanismo agevolato per i contribuenti che si trovano in temporanea difficoltà economica. Questi potranno richiedere una dilazione del pagamento in un massimo di 120 rate mensili. Chi dimostrerà di trovarsi in una situazione di difficoltà oggettiva potrà ottenere una dilazione fino a 84 rate, con una progressiva estensione fino a 120 rate a partire dal 2031.

Inoltre, viene stabilito che l’agente della riscossione debba notificare gli atti di riscossione entro nove mesi dall’affidamento dell’incarico, garantendo così tempistiche più chiare e trasparenti per i contribuenti.

Cartelle esattoriali dal 2025: davvero un addio?

Nonostante l’entrata in vigore di queste modifiche, le cartelle esattoriali non scompariranno del tutto. Alcuni tributi specifici continueranno a essere gestiti tramite questo strumento, e le cartelle potranno essere ancora utilizzate in casi particolari. Inoltre, dal 2025 potrebbe arrivare una nuova edizione della “rottamazione delle cartelle”, un’opportunità per i contribuenti di saldare i propri debiti con sconti sugli interessi e sulle sanzioni. La “Quinta Rottamazione”, non ancora confermata ufficialmente, potrebbe servire a gestire l’accumulo di cartelle esattoriali non riscosse, che attualmente ammontano a circa 1.206 miliardi di euro.

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